Questo sito Internet vuole ricordare i 229.000
soldati dellARMIR, lArmata Italiana inviata in Russia nel 1942 e il dramma che
ciascuno di essi fu costretto a vivere non solo in veste di combattente di una guerra
assurda e malvagia, scaturita spontaneamente dallo scontro tra diversi poteri
imperialistici e dallinconciliabile opposizione di differenti sistemi economici e
fedi religiose, ma soprattutto come soldato, quotidianamente chiamato a compiere atti di
puro eroismo, per il dovere, per i propri commilitoni, per la Patria. E infine come uomo,
cui sarebbe stato imposto di affrontare in Russia prove insuperabili e sofferenze
inaudite. Senza nulla togliere al valore dimostrato durante i combattimenti nella steppa
russa dai Fanti, dai Carabinieri e dai Bersaglieri, che componevano lARMIR, questo
sito è dedicato agli ALPINI, della Tridentina, della Julia e della
Cuneense, perché qualcosa di vero infine deve pur esserci nel Comunicato n. 630 del
Supremo Comando Sovietico che, concluso il secondo conflitto mondiale, così testualmente
recitava:
"Solo il Corpo dArmata Alpino deve considerarsi imbattuto in
Russia"
e poi perché comunque
agli ALPINI si può chiedere anche di sfidare
limpossibile, con la certezza che Essi alla fine limpossibile avranno sfidato,
a costo della loro vita.
Ben centomila soldati non avrebbero fatto ritorno in Patria. Al fronte del Don, dopo
lordine di ripiegamento del 17 gennaio 1943, si sostituivano i numerosi fronti della
cosiddetta "avanzata allindietro", i colossali muri dacciaio delle
"sacche" intorno alle quali i carri armati sovietici attendevano i nostri
soldati in ritirata, pressoché privi di artiglieria, stremati dalle lunghe marce tra neve
e ghiaccio con temperature polari e muniti di armi leggere e qualche bomba a mano. I T34
russi iniziavano i loro "Caroselli" di sangue, senza sparare un colpo, bastava
loro investire e travolgere i nostri Alpini, le slitte cariche di feriti, i poveri muli.
Il combattimento avveniva "Carne contro Acciaio", illudendosi di porre fine alla
strage gli Alpini reagivano con rabbia urlando e lanciandosi contro il carro e saltandovi
sopra, per deporre le poche bombe a mano o bottiglie incendiarie allinterno della
torretta. A Valuiki sarebbero stati catturati 90.000 soldati. Di essi fecero ritorno in
patria solo 10.000.
80.000 uomini moriranno durante le crudeli marce del "Davai", o nei carri
merci in cui i nostri prigionieri restarono chiusi senza ricevere cibo per intere
settimane. E infine completerà il massacro la permanenza nei lager sovietici di Krinovaja
, Michurinsk, Tambov, Suzdal, Kurort Borovoje, questultimo situato addirittura in
Kazakhstan (Asia centro settentrionale).
Chi scrive è riuscito solo in tempi recenti a localizzare a Borovoje il luogo di
sepoltura dei resti mortali del proprio zio materno, il Caporal Maggiore del Battaglione
Pieve di Teco, Bruno Podetti, morto di stenti il quel lager-ospedale il 5 giugno
1943. Sempre chi scrive sta organizzando un viaggio in Kazakhstan per il prossimo mese di
luglio 2006, per recarsi nel cimitero di Borovoje, dove spera, con la collaborazione delle
autorità locali e di Onorcaduti, nonché con lassistenza di anziani Kazaki di cui
si è guadagnato lamicizia, e naturalmente con tanta fortuna, di individuare la
tomba dello Zio Alpino e riportarne i resti in Italia.
Gian Paolo Pucciarelli

Il Caporal Maggiore del Pieve di Teco Bruno Podetti
Leggendo questi versi, ho capito che non si poteva
dimenticare!
Il nostro capo disperato si leva
nellultimo sforzo dorgoglio!
Noi giogaie, neve, deserto, reticolato,
Noi cicatrici nascoste:
medaglie di fuoco
nella carne di questa terra.
Non potete dimenticarci!
Perché non vedete le croci
sulle nostre vene spezzate?
I vostri occhi sono gli occhi vuoti delloblio.
Non aspettate che il sangue
conosca solo il bacio della morte
e la terra nasconda
la carne lacerata
con le sue mani di fiore.
Il nostro capo disperato si leva
nellultimo sforzo dorgoglio!
No, non potete dimenticarci!
Questa nebbia ci oscura il cuore.
(Alpino Giuseppe Caparra II Battaglione Misto Genio)
Per questo ho realizzato il filmato DVD:
Alpini del Don
Che dedico
alla memoria della mia cara nonna, Adelia Podetti,
ed alla memoria della mia adorata Mamma, Anna Podetti.
Gian Paolo Pucciarelli |